Annibale

Mi chiamo Annibale Marchetti, da molti anni mi occupo dell’evoluzione del dualismo “organizzazione & informatica”, dove, è sempre bene ricordarlo, il primo termine rappresenta il fine, mentre il secondo è il mezzo.

Sono un autodidatta-osservatore e questa qualifica mi aiuta a ricordare che lo studio, come l’innovazione, è una storia senza fine.

Il tema di questo blog sono i sistemi esperti applicati.

Più esattamente un preciso sistema esperto, cui oggi ci si riferisce usando il termine “configuratore”… commerciale, tecnico, di produzione, di cicli di lavorazione… di qualsiasi cosa che a monte richieda un processo di classificazione della conoscenza.

Ho ideato e scritto il mio primo “configuratore” nel 1988 per il settore della progettazione e costruzioni elettromeccaniche. In verità alla fine degli anni 80 il termine “configuratore” non era ancora in uso.

Ai miei occhi ciò che oggi si chiama “configuratore” null’altro era che il motore di un sistema organizzativo basato sui principi del concurrent engineering, particolarmente idonei per essere utilizzati nelle aziende di tipo Engineer To Order (ETO).

Per questa ragione ci sembrò normale chiamare questo oggetto software semplicemente “motore”. Ed in effetti ancora oggi questo è il nome più corretto per riferirsi ai sistemi di configurazione.

Si fa presto a dire “motore”, a progettarlo e a realizzarlo è però tutta un’ altra storia. L’intuizione di allora fu di utilizzare un nuova metodologia di analisi nota con il nome Object Oriented Analysis (OOA).

Avete presente un tizio miope che all’improvviso mette un paio di occhiali e incredulo grida: “io ci vedo”. Ecco, questo fu più o meno il mio primo contatto con l’analisi orientata agli oggetti.

Da allora è passata molta acqua sotto i ponti ed ho avuto la fortuna di applicare l’idea del “configuratore” nei settori produttivi più diversi.

Alla fine degli anni 90 con il mio amico Tullio abbiamo rivisitato il progetto “motore” portando il “configuratore” in un settore specifico dell’e-commerce, oltre che nella configurazione dei dati e processi di produzione per le aziende più diverse.

…poi nel 2001 ho progettato e diretto la realizzazione di un intero sistema E-ERP dedicato alla filiera della moda, ed incredibile (si fa per dire), il “configuratore” ha funzionato anche li.

Per trasferire la “vision” ai miei sviluppatori ero solito paragonare l’organizzazione di un’azienda al sistema operativo di un computer: risorse da gestire e ottimizzare, task da svolgere, timing, interazioni cooperative fra processi, queste ultime buone per spiegare come dovrebbero interagire fra di loro i clienti ed i fornitori nei sistemi a miglioramento continuo. Un buon paradigma per creare un ponte fra il fine ed il mezzo. Del resto questo sistema l’avevo già utilizzato su di me molti anni prima nel momento del mio “salto di specie”;  da informatico a manager che decide e governa strategie e modi per realizzare oggetti reali. Quella roba hardware che si idea, progetta, costruisce e vende.

Ricordi… comunque che roba il mondo del Apparel & Fashion, dove la creatività si scontra e fonde con il razionale, la prova provata che la teoria del caos è vera.
Non ci credete?
Provate a girare per un ufficio stile o per un ufficio prodotto durante lo sviluppo di una nuova collezione, poi mi direte… naturalmente se riuscirete a sopravvivere ad un tale shock. In definitiva un posto ideale per mettere alla prova la classification theory ed i sistemi di knowledge management (Thanks! Mr. Stephan Körner. Enorme è il contributo offerto dai filosofi al progresso scientifico).

Beh! Anche in quei luoghi caos-creativi il “configuratore” è riuscito a fare breccia.
Come? Semplice: permettendo di fare le stesse cose di prima, però in maniera più veloce… portando anche ventate di ordine nel caos. Insomma continuando a fare il suo lavoro originale, ovvero erogare funzionalità “motore” a tutta l’organizzazione aziendale.

…poi dal fashion al settore delle macchine industriali.

Cosa hanno in comune un trasformatore elettrico, un cardigan, una borsa, un bracciale, con una pressa grande quanto un autobus?

Molte cose, se avrete la pazienza di osservare questi prodotti con la lente di ingrandimento dell’analisi ad oggetti.


P.S.

Dato che ho raccontato della mia esperienza nel campo del fashion, colgo l’occasione per un saluto al team di sviluppatori TheBest.

In ordine alfabetico: Francesco Antolini, Luciano Cardoni, Massimo Ferretti, Raniero Manfroni, Foray Mansaray, Luca Mearelli, Umberto Moriconi, Enrico Piroddi, Paolo Santucci,
senza i quali ben difficilmente una variante del software “motore”, poi divenuto “configuratore”, sarebbe potuta entrare nel mondo del caos-creativo.

annibale@expertconfigurator.com